
La vendemmia nella terra dei Ceri
Anche a Gubbio, ora che i Ceri riposano, si pensa alla vendemmia e al gusto del vino autentico di questa terra umbra
E i Ceri? Ancora sono a riposo in attesa delle performances di primavera. A riposo ma sempre coccolati, puliti, spolverati sistematicamente. Adesso impera a Gubbio la vendemmia, che per una parte è davvero tradizionale, quella dell’Umbria, fatta di sangiovese, per dire, mentre dall’altra è diventata sofisticata ed innovativa, spingendosi verso vitigni inaspettati, che hanno fatto le fortune agricole del Piemonte, il Dolcetto ed il Nebbiolo.
Il Nebbiolo? Sì, ma di Gubbio! Erano decenni, tanti, che si pensava che le caratteristiche della terra di Gubbio riproducevano esattamente quelle del Piemonte, per l’esposizione, per la composizione. Una spinta a questa rinascita, che non è l’unica dell’Umbria, il Ciliegiolo narnese, tanto per dire, l’ha data una imprenditrice, una eugubina, che opera in tantissimi settori economici, che ha ripreso le sperimentazioni passate per poi cercare con attenzione il vitigno adatto. E l’ha trovato nei vivai di Marco Caprai, che dopo aver fatto risorgere il Sagrantino, aveva messo a parte tutta una serie di vitigni della regione che non si adoperavano più e che rischiavano di sparire per sempre, una raccolta che conteneva pure il Nebbiolo di Gubbio.
Detto fatto: la vigna è stata
impiantata e le prime bottiglie attengono alle vendemmie precedenti. Questa
pare essere molto promettente e dovrebbe essere quella del salto di qualità,
della conoscenza della ricerca del doc. La strada della rinascita è partita.
Ora si aspettano le decisioni dei consumatori, che come sempre sono i giudici
più severi.