La città di Gubbio

La Gola del Bottaccione e il monastero di Sant'Ambrogio

la grotta del Bottaccione è un museo geologico a cielo aperto che contiene anche uno strato radioattivo risalente all'epoca del meteorite che causò l'estinzione dei dinosauri. Nei pressi si trovano anche la diga omonima e il trecentesco monastero di sant'ambrogio

Pochi chilometri a nord di Gubbio, lungo la strada che conduce al borgo di Scheggia, si trova un luogo particolarmente amato da geologi e storici dell’arte: la Gola del Bottaccione, una spettacolare fenditura del terreno presso la quale è stato eretto il monastero di Sant’Ambrogio. Questo squarcio ha avuto origine dall’erosione del torrente Camignano sulla stretta gola tra i monti Ingino e Calvo ed è estremamente utile per comprendere alcune dinamiche risalenti ad epoche preistoriche.

Dal punto di vista geologico rappresenta una sequenza completa che va dal tardo Giurassico alla fine del Terziario. Vi si possono osservare le rocce calcaree generate dalla sedimentazione dell’antico oceano della Tetide, il quale si ritirò circa 130 milioni di anni fa, e uno strato di terreno radioattivo noto come "livello K/T ad iridio” risalente a 65 milioni che, secondo gli studiosi, sarebbe una prova della caduta del meteorite che pose fine ai dinosauri.

A poca distanza dal crepaccio si trova la diga del Bottaccio, opera trecentesca che serviva ad alimentare i mulini ad acqua impiegati per la produzione di lana e che dal 1914 è un monumento nazionale. Nei pressi si erge anche il monastero di Sant’Ambrogio, elevato a priorato nel 1331 e concesso dal vescovo agli eremiti agostiniani nel 1342. Si articola su diversi piani, con i sotterranei ricavati da grotte, il pianterreno trecentesco dalle finestre a tutto sesto, il primo piano con il dormitorio e la cella del beato Arcangelo e il secondo piano con le soffitte.

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